lunedì 6 aprile 2015

Casinò – di Antonio Borghesi [incipit]


Non l’avrebbe scampata questa volta. Il gioco era la sua ossessione. Aveva debiti con tutti. La famiglia l’aveva sconfessato. Anche gli amici. Gli usurai gli stavano alle costole. Riceveva telefonate solo dai recuperocrediti.
L’ultima era stata perentoria. O pagava o lo facevano fuori. L’omone che l’aspettava sotto casa, questa volta era stato perentorio: aveva una settimana di tempo. Non aveva alzato la voce ma il risvolto della giacca mostrandogli il calcio di una pistola. Era veramente terrorizzato. Gli restava solo la fuga. Sì, ma dove e come? Aveva solo mille euro. Non sarebbe andato lontano e come avrebbe fatto per vivere? C’era un’unica soluzione. Magari due, ma la seconda d’appendersi a una corda non gli piaceva proprio. Si sarebbe giocato quegli ultimi soldi. Con lo stratagemma delle due porte, aveva seminato il suo persecutore e raggiunto la casupola della nonna, a Gléréyaz. La sera, camminando per una ventina di minuti, andò al casinò di Saint-Vincent. Entrò mescolandosi a dei turisti per evitare d’essere riconosciuto dagli usurai che, all’ingresso, aspettavano i perdenti prestando soldi al duecento percento d’interesse. Li conosceva bene e anche a loro doveva una discreta somma. Andò immediatamente al tavolo della roulette. Quella sera, per lui, sarebbe stata russa. Vivere o morire.

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