lunedì 6 aprile 2015

Come un rantolo - di Cristina Biolcati [incipit]



«Ti dico che c’è qualcuno che mi segue! Ne sono sicura. È da quando sono scesa dall’autobus che me lo sento alle spalle….dai, non fare domande inutili…fidati di me e scendi. Vieni giù! Vienimi incontro….Lo sento respirare..è qui, ti dico. C’è tutto buio, non vedo niente…Ok, ok, va bene…fai presto però…ciao».
La donna chiude a fatica la comunicazione, ma è talmente agitata che il cellulare le scappa di mano. Cade a terra e la batteria si stacca, così come la sim card. Si guarda intorno con circospezione, si china e raccoglie tutto. Non c’è tempo. Mette i pezzi nella borsetta e avanza nel buio.
Non è una sera come le altre. C’è qualcuno dietro di lei. La sta seguendo da un po’, nonostante lei si sia girata più volte e non abbia visto nessuno. Nonostante abbia gridato a gran voce «Chi sei? Chi c’è là? Cosa vuoi da me?».
Non bastavano le tenebre, c’è anche una fitta nebbiolina che impedisce ulteriormente di distinguere le cose. Purtroppo è una notte invernale non particolarmente fredda, e la nebbia la sta facendo da padrona, ormai da un paio di giorni. È stanca, i piedi le fanno male. Il lavoro alla birreria è massacrante, e il gestore obbliga lei e le altre cameriere ad indossare i tacchi alti. Ora se li toglierebbe, per correre più veloce. Mai la strada che dalla fermata del bus conduce a casa sua le era sembrata così lunga. Si tratta di una stradina secondaria, che costeggia un parco pubblico. Inutile quindi sperare, a quell’ora, che ci sia qualcuno a cui chiedere aiuto.
Ecco, adesso lo sente chiaramente….è come un rantolo. Un respiro pesante, che non sembra neanche umano. Sibili del genere li ha uditi solo negli ospedali, o nei film dell’orrore. Ma chi c’è? Chi è che la sta spaventando? E cosa vuole da lei?
L’unico pensiero che la conforta, è che prima che il telefono cadesse e andasse in pezzi, è riuscita a chiamare Giona, suo marito. Lui sta arrivando. Anche se stava dormendo, ha compreso il suo terrore, e ora sta arrivando. È questione di pochi secondi. Ma quanto ci mette? La loro abitazione, in fondo, non è che a pochi metri. Almeno, così ha sempre pensato…Stanotte invece sembra lontanissima, irraggiungibile.
«Anna…», è un sussurro roco. Tagliente. Tremendo.

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