martedì 5 maggio 2015

Desoler vada dallo preside! - di Alessandro De Soller [incipit]


Se c’è una cosa che mi piace, oltre le belle donne intellettualmente appaganti, oltre la musica jazz e il buon vivere, è scherzare. Chi non scherza, non sa nemmeno essere serio.

Capitò tanti anni fa, di farmi prendere la mano uno dei primi giorni dell’ultimo anno delle superiori, con una burla che qualche volta amo ancora architettare.

Si era al Kennedy in via del Corso a Roma, istituto professionale per ragazzi che avevano poca voglia di istruirsi e ancor meno di diventare tecnici.

Ho sempre amato studiare, ma solo quello che mi aggrada. Così come la passione per la musica che mi trascina verso quello che mi piace, di certo non quello che mi è indifferente. Amo leggere testi che mi nutrono, non tomi scassagenitali astrusi anche a un bibliotecario cifotico.

Insomma, si organizza lo scherzetto.

Un compagno di classe modifica l’elenco degli alunni, ribattendolo a macchina di sana pianta.

Il giorno dopo, appena entrati, avremmo avuto due ore della famigerata Ragioneria con il professor Grisù, dal nome del pericoloso gas.

Fiatella sturba somari e ascella pezzata come un bracciante di Carpi il giorno di ferragosto, il nostro insegnante era famoso per l’olezzo de suoi molari anche a Ulan Bataar.

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