martedì 5 maggio 2015

Johnny lo sfigato - di Giovanna Avignoni [incipit]


Grazie alle spesse lenti da miope, Johnny vide Diana attraversare verso il bar e, inciampando nei suoi stessi piedi, si precipitò a prepararle il solito cappuccino sormontato da panna e cacao. Faceva un freddo bestiale e Johnny pensò che Diana lo avrebbe gradito ben caldo.
Mentre lo preparava con cura, Johnny notò un uomo in fondo al bancone: leggeva un giornale. Qualcosa in quella persona non riusciva a convincerlo. Nel frattempo Diana era entrata nel locale, portandosi dietro il freddo pungente di quella mattina di gennaio.
Johnny sentì uno strano calore nello stomaco e le ginocchia iniziarono a cedergli. Guardò Diana, fece per offrirle il cappuccino fumante ma il gomito, che aveva poggiato con una certa noncuranza al bancone, fallì l’appoggio tirandosi dietro la tazza piena e il padrone del braccio che rovinò a terra, scomparendo alla vista della ragazza divertita.
“Fuori fa un freddo cane e il tuo cappuccino ci vorrebbe proprio”, esclamò Diana trattenendo a stento la risata.
“Sono d’accordo”, affermò Johnny mentre, imbarazzato e con gli occhiali ancora sbilenchi, le preparava un nuovo cappuccio fumante. “Il tuo naso è paonazzo…”,esclamò aggiustandosi gli occhiali. Diana lo guardò risentita e Johnny si pentì subito di quanto aveva affermato. Non riusciva mai a fare bella figura con Diana. No, con le donne faceva sempre la parte del fesso. Appena vedeva Diana, poi, perdeva se stesso e non riusciva più a ritrovarsi.

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