domenica 10 maggio 2015

Zucchine, arance e moscerini - di Paola Paudice [incipit]


Non riesco assolutamente a capire perché negli illustri tomi della Storia della Letteratura non vi sia neanche una riga dedicata ai moscerini. E dire che di animali, nelle sue pagine, se ne trovano a iosa: Esopo, nelle sue Favole, fa parlare volpi, cicale, formiche, lupi, rane, mosche, zanzare; Apuleio fa sì che il povero Lucio prenda le sembianze di un asino (e d’oro perlopiù!); l’unica persona che avrebbe potuto riscattare la categoria sarebbe stato Kafka, ma ha pensato bene di non specificare in quale insetto si trasformi Gregor Samsa, e così facendo ci ha condannato, ancora una volta, all’oblio. Siamo ricordati solo per una canzoncina, una stupida canzoncina per bambini. Devo ringraziare Cristina d’Avena se ogni volta che qualcuno mi chiede «che insetto sei?» e la mia risposta è «un moscerino» parte quell’insopportabile «uh lalla, uh lalla, uh lallalà!».

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