sabato 13 giugno 2015

Amore... immaginazione di Anna Soldano [incipit]


M’incanto a osservarti, mentre sei intento a scrivere i tuoi magnifici canti! Silenziosa e nascosta, neanche il mio respiro si ode nella tua testa. Solo le tue parole e i tuoi pensieri, scalpitano funesti nelle viscere della tua mente e si gettano sui bianchi fogli, che riempiono la tua scrivania, ormai ricolma di memoriali poesie! Arriva il tanto atteso e amato sabato nel villaggio natio. Dove ci riserviamo di poter vivere tutte le fantasie e i sogni, con l’ansia d’incontrare chi tanto si ama… di nascosto! Dalla finestra della tua stanza, vedi arrivare la donzella che tanto scruti e che il tuo cuore trepidante per lei, ti balza in gola!

«Chi è colei che si adorna il capo e il petto di fiori di campagna?»

Mi tremano le mani e le gambe al sol pensiero di dividerti con un’altra! Rivolgo lo sguardo al cielo, chiedo alla sovranità del Paradiso che il tuo cuore e l’animo tuo gentil odano i miei sentimenti, perché l’amore è un’arma tagliente, ma è impossibile remare contro, quando impervia è un dolce capitombolo. Ma se rifiutato, l’anima vien uccisa e si dissolve nel dolore e nella disperazione. Quanti sospiri vagano in me. Mio amato Giacomo, le tue poesie mi hanno rubato l’anima, le notti le passo a guardare la luna e ripenso al tuo canto, che decanti in versi:

XIV - Alla Luna
O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l’anno, sovra questo colle
Io venia pien d’angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
il tuo volto apparia, che travagliosa
era mia vita: ed è, né cangia stile,
o mia diletta luna. E pur mi giova
la ricordanza, e il noverar l’etate
del mio dolore. Oh come grato occorre
nel tempo giovanil, quando ancor lungo
la speme e breve ha la memoria il corso,
il rimembrar delle passate cose,
ancor che triste, e che l’affanno duri!
( I Canti – Giacomo Leopardi )

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