mercoledì 10 giugno 2015

PLANT DE GENESTE di Monica Serra [incipit]




La nebbia saliva dal fiume in gelide spirali. Rowchester attendeva, ombra tra le ombre. Sfregò le mani per scaldarsi. La luna, riflessa a tratti sulla superficie liquida, gli ricordò un altro scintillio.
Eleonora.
Occhi come cieli destate e il rosso del peccato nei capelli. La sua regina, la sola donna che avesse mai amato. Ogni suo desiderio era sempre stato un ordine, per lui.
«Se Giovanni deve essere re, Arturo non può vivere».
Era per quella frase che era lì, a rinnovarle la sua fedeltà.
Scrutò il fiume. Lunico occhio non gli permetteva una visuale completa, ma ormai ci aveva fatto labitudine.
Sagome di campanili, lo scheletro della cattedrale; sulla riva opposta, in agguato nel buio, la torre.
Una densa foschia soffocava ogni cosa, attutiva i suoni e rendeva le tenebre più infide e oscure che mai.
Sciabordio dacqua, il tanfo della paura, poi unombra. La barca si avvicinò e la voce del fedele Bruce giunse come un mormorio di vento.
«Sir Eric».
Un soffio di brezza gelida diradò la bruma, svelando due sagome. Un uomo e un ragazzo.

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