AELA
Tino
Daniela
Le
tre del mattino. Una pioggia scrosciante batte sull’asfalto, delle
scarpette da tennis bianche infangate sul bordo si muovono rapide.
Dopo otto ore di faticoso lavoro una giovane donna si appresta a
tornare a casa. L’odore di patatine fritte e hamburgers di dubbia
provenienza le aveva fatto venire il voltastomaco. Un intero sabato
sera a servire ai tavoli di un fast food invece di divertirsi con le
amiche. Già, delle amiche… il suo carattere solitario le aveva
impedito di coltivare amicizie durature, a parte Mike, l’altro
cameriere, abitavano nella stessa via e dopo il lavoro tornavano
sempre a casa insieme. Quella sera però si era cambiato il turno,
non poteva mancare al matrimonio della sorella.
Pochi
metri la separavano dal portone, una leggera nebbia le impediva di
aguzzare la vista, i lampioni posti a margine dei marciapiedi
illuminavano la sua abitazione, divisa dalle altre due da stretti
vicoletti.
Le
tre e dodici. Un urlo assordante risuona per via Tuffini.
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