Test.
A chi assomigliano di più le tue capacità investigative?All’
induzione logica di Sherlock Holmes, all’intuito infallibile di
Ellery Queen o al lavorio incessante delle cellule grigie di Poirot?
Accaldato,
il Commissario Giostri lanciò in aria l’inutile inserto estivo del
quotidiano locale.
I
metereologi paragonavano l’afa estiva al Flegetonte dell’Inferno
dantesco, per cui il suo giorno di riposo si prospettava davvero
di fuoco. All’improvviso squillò il telefono. Giostri chiuse gli
occhi sperando che fossero i soliti call center ma, dopo una breve
pausa, la nona sinfonia di Beethoven ripartì. Quella chiamata
insistente non prometteva nulla di buono.
Di
nuovo una vittima, ergo, un assassino spietato a cui dare la
caccia. Perché la gente arrivava ad uccidere, a compiere un gesto
così estremo? Da quando aveva iniziato la sua carriera in polizia,
se lo era sempre chiesto, senza trovare risposta.
Mancava
un mese alla pensione e quello dei delitti era l’unico calcolo che
sapeva di non poter sbagliare. Questo sarebbe stato il decimo e,
sperava, l’ultimo con cui avrebbe avuto a che fare. Dovette
mostrare al custode il tesserino di riconoscimento per entrare in uno
dei più esclusivi club privato fiorentini, il regno paradisiaco dei
nullafacenti estivi, poco distante dal Piazzale Michelangelo. Il
corpo era sdraiato su un’amaca legata a due pini di alto fusto in
un angolo appartato di un giardino di svariati ettari. Passò quindi
all’esame della vittima, avvicinandosi alle spalle del medico
legale. Donna, quarantenne, finta bionda, aspetto estetico
estremamente curato e raffinato, vestito da sera e scarpe con tacco
alto costosi probabilmente più del suo spartano stipendio mensile.
L’ispettore Favilli lo informò sulle sue generalità.
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