Fobie
parallele
Veronica
Sarno
Alessia,
mentre tornava da scuola, si sentiva osservata, accelerò il passo,
ma la sensazione non sparì, finché non vide dei grandi occhi
illuminati di un’intensa luce rossa che la fissavano intensamente e
la guardavano da ogni angolazione, aveva paura, quegli strani occhi,
solo degli occhi…non vi era altro…, la trivellavano con lo
sguardo dal basso, dall’alto, dietro, davanti, ovunque, la
trapassavano come se fossero dei raggi X, ovunque si girasse
avvertiva quegli occhi…così sadici e disonesti, inquietanti; non
sapeva dove nascondersi, vide un cunicolo e vi si infilò, e appena
dopo qualche metro sentì ridere, ridere forte, era la risata della
faccia di un pagliaccio, c’era solo la faccia dal collo in sù la
guardava con quegli occhi disegnati di lacrime, quella palla rossa al
posto del naso e quei denti finti disegnati, la guardava fissa e
rideva, chiaro che ridesse di lei, lei si girava e la faccia
compariva proprio là dove Alessia si era girata, per scansarla,
allora corse nel cunicolo, ma la faccia dinanzi e gli occhi dietro la
seguivano….,
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