giovedì 6 agosto 2015

[arcobaleno d'inchiostro] - Libertà di Cesare Ilgrigio [incipit]

Libertà
Cesare Ilgrigio

Dormiva, sì, ne era certo, stava dormendo, gli era già capitato altre volte di vivere quell'esperienza in cui si sentiva immobilizzato a letto e non riusciva ad aprire gli occhi. Qualcosa glieli teneva chiusi e nonostante gli sforzi che faceva non riusciva ad aprirli, non era nemmeno in grado di sollevare le mani per togliersi quel fastidio, era come se le sue braccia fossero legate con dei lacci. Si concentrò sulle palpebre e le sforzò, un filo di luce entrò nella pupilla, quanto bastava per intuire che c'erano dei fili neri come se gli occhi fossero cuciti a punti larghi. Un sottile terrore iniziò a fargli balzare il cuore in gola, contrasse i muscoli per liberare almeno una mano, conscio del fatto che più si sforzava, più aumentava la paura. Sentì delle voci e vincendo l'istinto che gli suggeriva di urlare, si immobilizzò. Si sentì toccare “E' morto dissero, è freddo e rigido, adesso possiamo sezionarlo e portarlo alla mensa, sarà un ottimo cibo”. Vi sbagliate! Vi sbagliate! Sono vivo! Cercò di urlare, ma le labbra rimasero serrate. Qualcosa di tagliente tolse i lacci che gli tenevano le braccia immobilizzate e prima che il bisturi affondasse la lama nella sua carne sferrò un pugno alla cieca in direzione di una delle voci. Sentì qualcosa di impalpabile seguito da un urlo disumano, non doveva perdere il vantaggio, scalciò con tutta la forza della disperazione, una cosa informe rotolò da qualche parte mentre qualcosa cercava di prenderlo stringendolo alla gola, istintivamente l'afferrò, sentì la lama del bisturi che gli sfiorava le dita, con una mossa rapida se ne impadronì e sempre alla cieca colpì la massa informe che intravvedeva attraverso la fessura degli occhi.

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