L’eroe
mai giunto
Flavia Imperi
Te
Hu Ti seguiva con lo sguardo il suo famiglio mentre planava
nell’ampia volta di cristallo. Lo sguardo si soffermò sul
soffitto, sospirando. Era il punto dove la Candela delle Ere, tanto
tempo fa, brillava fiera e piena di speranza. Adesso la fiammella
crepitava sul pavimento, in un’agonia bluastra.
Enokiel,
si appollaiò su una spalla. I suoi voli ormai duravano pochi
secondi.
Erano
già passati dodicimila anni.
— Non
posso credere di aver sprecato la mia intera esistenza — disse al
suo famiglio dopo un secolo di silenzio.
Il
felino alato lo guardò con i grandi occhi dorati, ardenti come
stelle nel nero assoluto della pelliccia. Sulla fronte, gli intarsi
arcobaleno dell’Opale sbiadivano a vista.
Un
tempo dovevano apparire splendidi, loro due, pensò. Imponenti, negli
ornamenti d’oro e oricalco, ultimi guardiani dell’intero scibile
delle Ere Perdute. Le civiltà di cui sorvegliavano i segreti, fuori
da lì, erano divenute leggenda, poi mito.
E
poi… nulla.
Si
guardò le mani, lasciavano a vista quella giovinezza che aveva
creduto eterna.
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